UN GENITORE SI RACCONTA (VAL BADIA 2005)
Un'avventura dal 20 al 26 giugno, intensa e coloratissima...

Sono ormai da annoverare a pieno titolo nella categoria degli adulti e forse perché no in quella dei sorpassati (dalla vita intendo). Posso anche iscrivermi nella categoria dei genitori in quanto il destino mi ha regalato anche questa interessante avventura. La trovo interessante soprattutto perché mi tiene legato ai ricordi del mio passato remoto che in questo modo rimane solo prossimo. La trovo una esperienza che contribuisce a rallentare il lento ma velocissimo rotolare del tempo. Ma è mai possibile che mi sembra ieri quando mi chiedevo cosa avrei fatto, chi sarei stato, chi avrei amato. Il primo bacio me lo ricordo come fosse successo il mese scorso, la scuola,
gli esami, le emozioni legate alle esperienze sportive, la musica, le montagne di allora sono dietro alla porta dei ricordi. Eppure il tempo è proprio passato perché se mi guardo allo specchio non si possono avere dubbi e se mi ascolto tutto trova conferma. E' stato un tuffo nel passato questa settimana in campeggio al “sass da Lacia” con una folta compagine di giovanissimi ragazzi e ragazze impegnati in una esperienza ancora inconsapevole del loro cammino di vita. Ma per me è stato un piacere raro poterli osservare da dietro le quinte il più possibile, per coglirne gli aspetti più intimi, i ritmi più sinceri, le passioni più incontrollate e per vivere con invidia la loro energia senza confini. Certo sono sempre molto entusiasta e convinto nel cercare i canali più giusti per trsmettere la mia esperienza legata alla natura e al movimento, alla psiche e all'anima, alle dinamiche dei rapporti sociali. Credo che ognuno di quei ragazzi ha diritto ad una crescita giusta. Quello che succederà nel loro futuro è sicuramente influenzato dagli esempi che si troveranno davanti soprattutto in questa fase del loro cammino. Non voglio passare per un esperto del tema, parlo sulla scorta della mia esperienza. Chissà se è così anche per gli altri papà e mamme che stanno leggendo ?
Ho qui sotto mano una foto che li ritrae tutti in cima al Sass de Stria dopo una arrampicata di più di duecento metri, “miga paia” come direbbe il mio amico Adriano e mi piacerebbe fare un commento su ognuno di loro. In prmo piano, come sempre, c'è Leone con quella faccia che esprime intelligenza, vivacita e inquietudine, per lui oggi è stata una prova dura, aveva male ai piedi e poi... cavolo non si può essere da meno rispetto a nessuno, vicino c'è Giacomo capelli corvini a caschetto, espressione da furetto, occhi che esprimono soddisfazione e contentezza. Un po' più spostata c'è Mimosa, lei ormai è una signorina, lo si capisce dalla posa un po' da adulta quasi materna, oggi ha avuto il suo bel dafare a tenere sotto controllo i suoi compagni di cordata, chi troppo esuberante, chi un po' spaventato, al suo fianco c'è Marta la più piccola,ma con una grinta pacata e inesorabile che assomiglia alla saggezza, il caschetto un po' di sbieco… e per forza è troppo grande per la sua testa minuta avvolta da ricci caotici, appena sopra Dario con la figura magra e dinoccolata e la faccia da chi ormai la sa lunga sulla vita e le sue problematiche, ma sarà proprio vero? E che dire di Giacomino detto CIOP che sembra una creatura dei boschi con quella faccia simpatca e vispa che sembra quasi un Hobbit, un po' più in disparte c'è Marco seduto in una posa un po' rigida, gli occhi bassi, a lui non piace quando lo fotografano, forse non ha ancora accettato il fatto di essere cresciuto così in fretta e poi anche per lui è stata una prova difficile ma ce l'ha fatta anche lui con grande coraggio. Bravo Marco non mollare! E per ultimo c'è “l'essere superiore” o anche Eugenio Bè lui è veramente ad un altro livello sa sempre quello che fa e soprattutto quello che dice e questo lo pone meritatamente sopra i 2750 m di quota di questo grosso sasso dolomitico.
Queste poche righe le voglio dedicare a tutte le mamme e i papà ricordando loro,come faccio sempre anche con mè, che quando noi grandi saremo fuorigioco per un motivo o per l'altro loro ci saranno ancora e porteranno sottobraccio un pezzettino di noi.

Andrea Sarchi