ENGELBERG Un fine settimana da raccontare.... Engelberg si trova nel cuore della Svizzera ed è un piccolo paradiso per il fuori pista, sia perchè non è eccessivamente grande e complesso sia perchè è facile trovare la neve perfetta. Partenza alle 06.00 per raggiungere il luogo alle 09.00, in dogana è necessario comportarsi molto bene e cercare di non dare il minimo pretesto per effettuare un controllo. Una richiesta di documenti in più, e qualcuno non sarebbe passato dall'altra parte e..... addio sciata. Anche questa volta è andata bene, ci siamo detti, quando alle spalle avevamo lasciato i doganieri. Attrezzati di tutto punto, con sci all'ultimo grido e la voglia di trovare la polvere, ci dirigiamo verso la funivia del Titlis. Salendo consegno gli ARVA ad ognuno e Paola manifesta lievi preoccupazioni. Probabilmente pensa: ARVA=discese pericolose. La tranquillizzo subito, almeno ci provo, e passando in mezzo ai tornelli ci dirigiamo verso gli ovetti per iniziare la salita. Salendo buchiamo lo strato di nuvole e approdiamo in un'altra atmosfera. Mare di Nuvole sotto e cielo blu in alto, queste condizioni non dureranno tutto il giorno ma ci regaleranno comunque dei momenti incredibili. Subito scopriamo che sotto gli sci non c'è una neve bella, ma molto di più. Rientriamo nelle condizioni ottimali. Una discesa di riscaldamento e mi rendo conto delle belve che ho al seguito, 8 cavalli in linea e tutti ad alto livello. Subito propongo di andare sul Titlis e di sciare sul suo ghiacciaio, le linee che questo terreno presenta sono assai particolari e varie. Dai 3100 m del Picc. Titlis ci spetta una discesa di quasi 1400 m, e ben presto la materia perfetta accarezzata dalle solette colorate, ci regalerà emozioni uniche. Saranno canali, passaggi tra seracchi, vallette nascoste, salti, e pendii intonsi a condurci su e giù per il versante nord del M. Titlis. Stanchi dal viaggio e dalla veloce notte ben presto le gambe iniziano a gridare vendetta e nel rispetto della stanchezza troviamo rifugio nel bar di ghiaccio, punch aromatizzati e biscotti. Poi di nuovo versola funivia che ci accompagnerà dall'altra parte del pianoro per accedere alla pista di rientro. Bene, dopo una lunga giornata decidiamo che il nostro corpo ha bisogno di molto di più, rispetto a quello che la cena, per altro già prenotata, ci offre. All'unanimità decidiamo di andare alla ricerca di un ristorante che riusscisse a soddisfare le nostre esigenze. E' anche il compleanno di Stefano e per l'occasione almeno 5 bottiglie di vino sono state prosciugate, ancora Auguri!!
La notte, passata sui comodi letti svizzeri, non solo ci farà recuperare dalle fatiche ma ci garantirà una fantastica nevicata, che lascierà sulla neve già presente altri 50 cm di polvere perfetta. Adesso, per le condizioni della neve, rientriamo nel quasi eccellente. Scendiamo subito dal ghiacciaio e la discesa del giorno prima è qualcosa di incredibile. Provoca emozioni e sensazioni che è difficile raccontare. Il bello dello sci è forse anche questo. La prima discesa è interrotta dalla perdita di uno sci di Simone, quasi un'ora e poi ancora nulla. Abbandoniamo le ricerche e iniziamo la discesa a valle con un solo sci, sarà un santo snowboarder che dopo averlo ritrovato ci rincorrerà e ci consegnerà l'attrezzo, capita una volta nella vita, vero Simone...Una volta riattrezzati continuiamo nell'esplorazione del territorio e iniziamo a spostarci per trovare nuove linee. Lo spirito del gruppo è quello dell'avventuriero e ben presto, infatti, ci troveremo su delle balze rocciose con due possibilità: la prima consiste nell'iniziare a risalire subito, senza pelli e sulla neve polverosa, la seconda quella di avere fortuna e intuito per trovare un via di discesa che ci colleghi con la valle più bassa di un centinaio di metri. Il canale viene trovato e viene anche soprannominato "canale della fortuna" . All'uscita degli svizzeri ci osservano con un po' di invidia, era l'utimo lenzuolo di neve vergine.
Paola e Stefano, Gabriele, Gianpaolo, Simone, Gabriele, Stefano, Vieri Pino
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