MAROCCO Story

Mi sveglio di soprassalto, mi guardo intorno, ma questa non è la mia camera il mio letto. Anche i rumori non sono usuali e poi... che strano aroma, l'aria sembra quasi più densa. Ci sono ho capito improvvisamente ricordo tutto e la sensazione di allarme che provavo si dissolve come per incanto.
Mi trovo in Africa, in Marocco e più nel dettaglio a Marrackesh. Siamo arrivati qui io e Sylvia e solo ieri passeggiavamo per le strade trafficate di Milano, auto, vetrine, smog, semafori. Ci siamo inoltrati per la Medina con le ultime luci del giorno che diffondevano tutt'attorno un'atmosfera mielosa e avvolgente, rassicurante, in contrasto con il ribollire violento di un'umanità in perenne fermento e addensata in vortici di colori e profumi di cibo. Ognuno ha qualcosa da vendere da barattare, ognuno vuole il contatto quasi volesse iserirti a forza in questo pozzo di umanità. Superata la iniziale diffidenza sei inesorabilmente contagiato da questa attività frenetica, sei risucchiato senza resistenza nel gorgo della vita che pulsa con ritmo intenso.
Chiudo gli occhi e quando li riapro mi ritrovo in un luogo assai diverso, magico, bordato sui due lati da pareti altissime e lievigate che confinano con il cielo, le stelle brillano come lucciole cosmiche in un buio denso, il bagliore di un fuoco,ormai spento, fa intravedere il greto di un fiume in cui sono incagliati dei grossi massi levigati dall'azione degli elementi primordiali che da queste parti esprimono una forza e una potenza davvero impressionanti.
Una grossa luna nascosta da queste altezze proietta sulla parete di fronte un lenzuolo argentato che lentamente cala come un sipario e diffonde ovunque una sensazione di magia. Tutt'attorno un profumo di ginepro satura l'aria e un silenzio estatico ti riempie di tranquillità e di pacata attesa. Improvvisamente rivedo l'immagine di quel volto dai contori triangolari con naso zigomi e arcate molto sporgenti solcato da rughe disposte a petalo attorno agli occhi e alla bocca. Gli occhi sono azzurri scontornati da un filo di mascara nero e contrastano con la pelle cotta da secoli di sole, aria e momenti duri. La vecchina vive a Taghia da sempre e gli anni l'hanno piegata irrimediabilmente ma quando è seduta non si capisce e da questa immagine traspare una serenità infinita, una bellezza sublime.
Questo posto ha delle caratteristiche molto particolari. Le montagne sono alte, brulle e battute dai venti e creano delle valli molto profonde che si trasformano in oasi lussureggianti quando sono bagnate dall'aqua che sgorga da fonti misteriose.
In una di queste valli è incastonato il piccolo villaggio di Taghia, poche case di pietra e fango che ospitano 20 famiglie che si occupano di agricoltura, allevamento e ultimamente da quando sono arrivati gli europei anche di turismo. Sono rimasti ai tempi della pietra, l'energia si crea con l'acqua e con il fuoco e la vita scorre con dei ritmi e dei movimenti arcani e antichi. Il popolo che abita in questi luoghi ha origini Berbere e lo si vede dai tratti somatici e dal colore più chiaro della pelle e soprattutto esprime una cultura montanara fiera e autorevole. I pastori accompagnano i greggi di capre fino sugli altipiani attraversando questi profondissimi Canyon che, dove necessario attrezzano con ponti costruiti ingegnosamente con tronchi di ginepro che appoggiano a sporgenze della roccia e che appesantiscono con grossi massi che danno stabilità a tutta la struttura.
Oggi siamo stati in parete e abbiamo arrampicato sull'Oujdad La roccia è un calcare scuro quasi rosso molto solido a volte tagliente. Le pareti si ergono imponenti creando un terreno di gioco per chi come noi è appassionato di arrampicata assolutamente interessante. Sono stati disegnati diversi itinerari in questi ultimi anni di difficolta e impegno differenti. Sono passati di qui soprattutto i francesi,gli italiani , gli spagnoli e i polacchi. Esistono ancora bellissime possibilità di aprire itinarari
nuovi e di vivere avventure davvero particolari. I tiri di corda si susseguono e ci gustiamo questa arrampicata su questa roccia tagliente e abrasiva, bisogna far lavorare i piedi con perizia se non si vuole essere costretti a tirare come dei forsennati su piccole tacche e buchetti sempre un po' svasati. Di colpo mi cede un piede mi irrigidisco e le mani appoggiate con il palmo non oppongono alcuna resistenza alla caduta e precipito…

Questa volta sono sveglio davvero e sono sul mio letto un po' sudato e spaventato per la caduta e per il fatto di essere atterrato di nuovo a Milano con i soliti problemi e i soliti ritmi improponibili. Mi guardo allo specchio e sorrido. Di questo bel sogno di primavera rimane la consapevolezza che si può vivere in mezzo alla frenesia metallica del nostro mondo mantenendo un atteggiamento di distacco interiore e la certezza che nulla è tanto importante da giustificare la fretta del nostro vivere. Mi piacerebbe tornare a Taghia perché lì è possibile passare qualche bella giornata camminando e arrampicando in ambienti unici a contatto con un popolo che esprime una cultura e un modo di vivere che per noi occidentali è di grande esempio.

 

APPUNTI TECNICI DI VIAGGIO

Trasferimento in aereo Milano-Marrakesh via Casablanca

Marrakesh – Ait Mohammed con taxi (4/5 ore)

Ait Mohammed – Zaouia con fuoristrada 4x4 (4/5ore)

Zaouia – Taghia trekking (3 ore)

A Taghia è possibile pernottare in una piccola ma confortevole Gite-De-Tape gestita dal simpatico Sahid e famiglia o in tenda.

Attrezzatura e alimenti si trasportano con i muli da Zaouia a Taghia

Da Taghia è possibile fare dei trekking che percorrono i tre principali canyon con gite sia giornaliere che plurigiornaliere. Inoltre è possibile arrampicare su vie con caratteristiche differenti, dalle classiche di ampio respiro alle vie moderne attrezzate a fix.

I periodi ideali sono la primavera Aprile/Maggio e l'autunno Settembre/Ottobre

 

 

Andrea Sarchi